Lo spettacolare test di Starship, il razzo vettore di SpaceX, ha catturato l’attenzione di tutto il mondo. Nonostante non abbia completato l’orbita terrestre, il secondo test di Starship ha segnato un significativo passo avanti rispetto al primo tentativo di aprile. Durante questo test, si è verificata con successo la separazione del booster Super-Heavy e della navicella Starship, che sono poi esplosi in momenti diversi.
Molti ritengono che questo sia un fallimento per Elon Musk, ma l’astrofisico Roberto Battison lo vede come un parziale ma significativo successo che apre nuove porte per la space economy. Secondo il professor Battison, il test ha confermato il funzionamento perfetto dei 33 motori Raptor del Super-Heavy e la regolare separazione dei due stadi. Nonostante l’esplosione del primo stadio, il secondo stadio è continuato ad avanzare ad alta velocità, raggiungendo un’orbita prossima ai 25.000 chilometri all’ora, prima di essere fatto esplodere per motivi di sicurezza.
Oltre ai risultati del test, è interessante considerare i costi di lancio di un razzo di queste dimensioni. Contrariamente ai lanci dello Space Launch System della NASA, che costano circa 2 miliardi di dollari, il lancio di Starship costa solo 40 milioni di dollari. Questo è possibile grazie al fatto che SpaceX dispone di un team di ingegneri e tecnici in grado di produrre internamente tutte le parti del lanciatore, dai motori alla fusoliera, al montaggio. Questo abbassamento dei costi è fondamentale per la realizzazione di missioni spaziali a lungo termine, come la creazione di una stazione semipermanente sulla luna.
L’ultimo test di Starship ha dimostrato che SpaceX è sulla strada giusta per rivoluzionare l’economia spaziale. Nonostante le sfide tecniche ancora da affrontare, il successo ottenuto apre nuove prospettive per il futuro dell’esplorazione spaziale.