Una donna di 39 anni è stata vittima di una truffa online che l’ha portata a perdere tutti i suoi risparmi, pari a 15.000 euro. Il 25 novembre 2021, la donna è caduta in una trappola cliccando su un link che sembrava essere la soluzione per proteggerla da una truffa, ma invece si è rivelato essere il mezzo attraverso il quale è avvenuta la frode. Dopo essere stata ingannata con una tipica operazione di phishing, in cui i suoi dati e le sue credenziali sono stati rubati, è stato eseguito un bonifico abusivo dal suo conto. Per riavere i soldi, la donna ha dovuto adire all’Arbitro Bancario Finanziario, poiché Poste si è rifiutata di restituirle l’importo sottratto.
L’Arbitro Bancario Finanziario ha accolto il ricorso della donna, affermando che era responsabilità di Poste dimostrare di aver impiegato tutti i sistemi di protezione e autenticazione per evitare l’operazione fraudolenta. Inoltre, l’azienda dovrà pagare un importo aggiuntivo di 20 euro per le spese legali sostenute dalla cliente e 200 euro alla Banca d’Italia.
La truffa è stata messa in atto con un SMS da parte di un mittente che si presentava come “Posteinfo”, avvisando la donna di un accesso fraudolento al suo conto. Successivamente, l’hacker ha chiamato la donna affermando di essere un dipendente delle Poste e l’ha convinta ad inserire i suoi dati su una schermata identica a quella dell’istituzione. La vittima ha poi ricevuto una seconda chiamata, in cui l’operatore le ha fornito ulteriori istruzioni per bloccare il conto. Solo successivamente, recandosi in un ufficio postale e controllando l’estratto conto, la donna ha scoperto l’esecuzione del bonifico non autorizzato.
L’Arbitro Bancario Finanziario ha stabilito che Poste non ha fornito prove dell’utilizzo di un sistema di autenticazione “forte” da parte della cliente. In assenza di tali prove, secondo le leggi vigenti, l’azienda è ritenuta responsabile per i danni subiti dall’utente.
FAQ:
Q: Cosa è accaduto alla donna?
A: La donna è stata truffata attraverso un’operazione di phishing che le ha fatto perdere 15.000 euro.
Q: Come ha reagito la donna alla truffa?
A: La donna ha fatto ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario per ottenere un rimborso e ha presentato denuncia ai carabinieri.
Q: Chi è stato ritenuto responsabile della truffa?
A: Poste è stata ritenuta responsabile della truffa poiché non ha dimostrato di aver utilizzato un sistema di autenticazione adeguato per evitare l’operazione fraudolenta.
Q: Quali sono le conseguenze per Poste?
A: Poste dovrà restituire i 15.000 euro alla cliente e pagare una somma aggiuntiva di 20 euro per le spese legali e 200 euro alla Banca d’Italia.