Quando guardiamo il cielo notturno e ammiriamo le stelle che brillano, è difficile non pensare alla vastità dell’universo e a tutte le altre stelle che non possiamo vedere. Ma perché il cielo notturno non è completamente illuminato da queste innumerevoli stelle? Questo è il famoso “paradosso di Olbers”, una domanda che ha sconcertato gli scienziati per decenni.
Il paradosso di Olbers si basava sull’assunzione che l’universo fosse infinito e che ogni stella emettesse luce in tutte le direzioni. Se fosse così, allora dovremmo vedere un cielo notturno completamente illuminato da un’infinità di stelle. Ma sappiamo che non è così.
La risposta a questo enigma risiede in alcune importanti considerazioni scientifiche. Prima di tutto, l’universo non è spazialmente infinito, ma è spazialmente esteso al di là di qualsiasi limite attualmente percepibile. Inoltre, il tempo ha un ruolo cruciale. L’universo ha avuto un inizio, noto come Big Bang, e la luce ha una velocità finita. Quindi, anche se ci sono un’enorme quantità di stelle nell’universo, molte di queste sono così lontane che la loro luce non ha ancora avuto il tempo di raggiungerci dall’inizio dell’universo.
Ma anche le stelle più vicine a noi non sono necessariamente visibili. A causa del fenomeno noto come redshift, la luce emessa da queste stelle può spostarsi verso il redshift dell’infrarosso, diventando invisibile al nostro occhio umano. Questo spiega perché non possiamo vedere tutte le stelle che potenzialmente potrebbero illuminare il cielo notturno.
In conclusione, il cielo notturno non è completamente illuminato da un’infinità di stelle per diverse ragioni: l’universo non è spazialmente infinito, il tempo ha un ruolo nel raggiungimento delle luci delle stelle e il fenomeno del redshift rende molte stelle invisibili alla nostra vista. Quindi, anche se l’universo è affollato di stelle, il cielo notturno continua ad avere il suo mistero e la sua bellezza.