Rockstar pubblica giochi piratati su Steam e attiva le protezioni antipirateria

Rockstar Games, famoso studio di sviluppo di videogiochi, ha attirato l’attenzione pubblicando su Steam le sue stesse versioni piratate dei giochi. Questo ha portato all’attivazione delle protezioni antipirateria della piattaforma. Nonostante ciò, Rockstar Games sta attualmente lavorando al lancio del nuovo gioco GTA 6, che potrebbe avere un prezzo di 150 euro.

Un recente video pubblicato da Vadim M ha sollevato nuovamente la questione. Nel video si afferma che i “problemi tecnici” riscontrati nel gioco Manhunt sono in realtà dovuti al fatto che Rockstar ha caricato su Steam una versione piratata del gioco. Questo ha causato una serie di glitch che compromettono l’esperienza di gioco. La stessa cosa è accaduta con Max Payne 2 e Midnight Club II.

Non è la prima volta che Rockstar si imbatte in situazioni del genere. Già nel 2008 il gioco Manhunt era stato pubblicato su Steam utilizzando una crack pirata, ma al tempo nessuno se ne era accorto. Nel 2010, anche con Max Payne 2, Rockstar aveva apportato delle modifiche nel tentativo di nascondere l’uso di strumenti “anti-DRM”.

Il problema di Rockstar è che esistono sistemi automatici in grado di riconoscere questa pratica e introdurre bug che rendono i giochi ingiocabili. Questo problema persiste da ben 13 anni. In modo paradossale, il problema colpisce solo coloro che hanno acquistato legalmente il gioco, mentre chi lo ha piratato può giocare senza problemi.

Il video di Vadim apre quindi una vecchia questione e fa sorgere il sospetto che questa pratica sia più diffusa di quanto si pensi. Secondo altri sviluppatori, come Ben Golus, ci sono altri studi che utilizzano versioni pirata dei propri giochi per ripubblicarli in formato digitale. Questo accade soprattutto con giochi più vecchi, per i quali non è facilmente reperibile il codice originale e quindi si utilizzano solo le copie con DRM. In questo caso la crack diventa l’unica soluzione per mettere nuovamente in circolazione tali giochi.

In conclusione, sembra che la pirateria sia diventata l’unica risposta concreta per conservare opere in formato digitale, soprattutto quando si tratta di giochi meno recenti.