Torna quest’anno la XI edizione della Settimana del Pianeta Terra, un festival nazionale che mira a comunicare le geoscienze al fine di condividere il sapere della comunità scientifica e coinvolgere maggiormente la società. L’obiettivo è promuovere una partecipazione comune nel rispetto e nella tutela dell’ambiente.
Dall’1 all’8 ottobre, l’evento offrirà 100 diverse tipologie di eventi in tutta Italia (e uno in Svizzera) che mescolano linguaggi e saperi diversi. Tra di essi vi sono trekking sotterranei, tour astronomici, escursioni archeologiche, gite lungo i torrenti, visite in oasi naturalistiche, accesso a luoghi normalmente chiusi al pubblico, convegni e attività didattiche.
Queste iniziative permetteranno ai cittadini di avvicinarsi al patrimonio geologico, ambientale e naturalistico del nostro Paese, comprendente vulcani, ghiacciai, geyser, fossili, stalattiti e minerali. Inoltre, si intende far comprendere che le geoscienze fanno parte integrante della nostra vita quotidiana e svolgono un ruolo fondamentale per lo sviluppo sostenibile.
Gli eventi sono organizzati da università, scuole, enti di ricerca, enti locali, associazioni culturali e scientifiche, parchi e musei. Questa iniziativa è promossa dall’Associazione Settimana del Pianeta Terra-Aps, nata nel 2012 per iniziativa degli scienziati della terra Rodolfo Coccioni e Silvio Seno.
La comunicazione pubblica delle scienze è considerata una necessità democratica per la società. La consapevolezza del valore della ricerca scientifica è fondamentale non solo per rimediare ai danni che abbiamo già causato all’ambiente, ma anche per agire in modo migliore nel futuro.
Le geoscienze sono attualmente argomenti che riguardano l’energia, le infrastrutture, l’edilizia, la salvaguardia dei fiumi e delle coste, la protezione dai rischi geologici e idrogeologici causati dalla crisi climatica, la sicurezza ambientale, la produzione industriale, le tecnologie e la salute umana. Sono sfide che dobbiamo affrontare con urgenza nella nostra quotidianità.
Un esempio attuale di queste sfide è la necessità di ridisegnare le catene di approvvigionamento di metalli e minerali a seguito delle crisi affrontate nel 2020. L’Unione europea ha identificato 34 materie prime critiche che dovranno essere estratte da siti minerari europei al fine di ridurre la dipendenza estera. In Italia, ne abbiamo 16, che sono indispensabili per la decarbonizzazione e la transizione verde, come la produzione di pannelli solari, batterie per auto elettriche e cellulari. È importante ridurre la dipendenza da pochi fornitori esteri, mantenendo al contempo elevati standard di sostenibilità ambientale e sociale.
Infine, molte miniere dismesse in Italia, come quelle d’oro della Valle d’Aosta e lo zolfo della Sicilia, ospitano eventi geologici della Settimana del Pianeta Terra. Queste miniere rappresentano un valore sia ambientale che storico-culturale e svolgono un ruolo importante nella promozione economica e turistica delle aree circostanti, spesso trovandosi all’interno di aree protette.