Trovata sul Monte Bove la faglia responsabile del terremoto di magnitudo 6,5 del 30 ottobre. Due geologi del gruppo Emergeo dell’INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, hanno trovato sul versante sud occidentale della montagna uno scalino di 50 centimetri identificato come punto della “rottura cosismica primaria che presenta un rigetto di circa cinquanta centimetri, diretta espressione in superficie del movimento del piano di faglia in profondità”.
IL TERREMOTO PARTE DAL MONTE BOVE
In sostanza, secondo le parole dei ricercatori autori della scoperta, Marco Moro e Michele Saroli, da quel punto del Monte Bove la Terra è caduta scatenando il terremoto. Secondo le loro valutazioni, riprese dall’agenzia Askanews, la linea di rottura è stata individuata sul prolungamento della linea tettonica Monte Vettore – Monte Porche – Monte Bove. I ricercatori hanno spiegato di aver trovato il rigetto, la dislocazione generata dal terremoto, ad una profondità di 10 chilometri. La linea di rottura appare come uno scalino che corre lungo il crinale del monte.
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MONTE BOVE, LA SCARPATA DI FAGLIA LUNGA 15 CHILOMETRI
L’Ingv ha aggiunto di aver monitorato l’apertura di una scarpata di faglia lunga 15 chilometri tra Arquata del Tronto e Ussita. Questa appare come un gradino dall’entità compresa tra 20 e 70 centimetri. Il percorso seguito appare coerente con l’abbassamento del settore occidentale misurato dopo il terremoto di magnitudo 6,5 del 30 ottobre. La scarpata di faglia, un elemento comune per i terremoti di magnitudo prossima o superiore a sei, rappresenta la prosecuzione verso la superficie della rottura e dello scorrimento avvenuto sulla faglia in profondità. La dimensione appare coerente con la forza del terremoto di magnitudo 6,5. Il Monte Bove è una montagna di 2.169 metri situata nella parte centro-settentrionale della catena dei Monti Sibillini. Alle sue pendici si affaccia Ussita. (Phtocredit copertina INGV)



