La lotta ai cambiamenti climatici sulla Terra potrebbe essere resa più semplice con l’implementazione di uno scudo antipolvere lunare

Il mondo sta attualmente affrontando il grave problema del cambiamento climatico. Scienziati ed esperti sono costantemente alla ricerca di nuove strategie per contrastarlo. L’uso della polvere lunare per ridurre le conseguenze del riscaldamento globale è stato proposto dagli astronomi in studi recenti come un nuovo approccio.


Estrarre le particelle di polvere dalla superficie lunare attraverso l’estrazione mineraria, lo scavo e l’esplosione, e quindi posizionarle tra la Terra e il sole è il metodo suggerito dagli scienziati. Le nubi di polvere appena generate potrebbero proteggere il nostro pianeta per alcuni giorni prima di essere disperse dal vento solare e dalla pressione delle radiazioni. Con questa tecnica, la luce solare legata alla Terra potrebbe essere ridotta dell’1,8% nel corso di un anno. Questo rientra nell’intervallo necessario per moderare il riscaldamento globale del pianeta.


Non è una novità pensare di impiegare la polvere per oscurare la luce del sole. Gli astronomi hanno pensato di spostare il 1036 Ganymed, il più grande asteroide vicino alla Terra, verso il sole nel 2012. Questo per consentire la produzione di una nuvola di polvere e usare la gravità per tenerla in posizione. La tecnica recentemente proposta è più semplice, meno costosa e più efficace di quelle iniziali. Questo perché utilizza lo sporco già presente sulla superficie lunare. La luna è un luogo perfetto per raccogliere la polvere perché i lanci lunari consumano molta meno energia rispetto ai lanci dalla Terra.


Il team di ricerca ha esaminato le dimensioni, le forme e le composizioni chimiche di diverse particelle. Ciò includeva sale marino, vetro poroso, polvere di carbone e polvere di luna. Hanno anche contrastato l’efficienza del lancio di polvere da una piattaforma orbitante con il lancio dalla luna. Gli scienziati hanno utilizzato modelli computerizzati per determinare per quanto tempo queste particelle sarebbero rimaste sospese una volta posizionate in corrispondenza o in prossimità del primo punto lagrangiano, o L1. L1 è una posizione gravitazionalmente stabile tra la Terra e il Sole, a una distanza di circa 1 milione di miglia.


I ricercatori sono giunti alla conclusione che la migliore linea d’azione sarebbe quella di sparare polvere lunare verso L1 a una velocità compresa tra 1,9 e 3 miglia al secondo. Ciò ombreggerebbe la Terra fino a una settimana all’anno. Hanno calcolato che ciò richiederebbe l’energia di quasi 2.500 lanci di razzi Saturn V per essere realizzato. I problemi logistici, legali e tecnologici per mettere in pratica un tale tentativo non sono ancora stati indagati. Lo studio si limita a valutare l’impatto prospettico di questa strategia.


L’influenza di questo metodo sulle orbite L1 è una delle sue difficoltà. Le orbite L1 ospitano il Solar and Heliospheric Observatory della NASA e il Deep Space Climate Observatory. Le orbite L1 sono dove si trovano questi osservatori. Secondo l’autore principale dello studio, l’effetto della polvere su questi satelliti non è stato ben studiato.