Cipro ha un problema. Si chiama “calcio”. L’isola mediterranea nel corso degli ultimi anni sta facendo i conti con una grave situazione economica che non ha risparmiato neanche l’industria del pallone, qui molto meno fiorente rispetto al resto del Continente. Secondo i dati diffusi da Federbet relativi al 2014, le squadre partecipanti alle prime due leghe nazionali cipriote avevano accumulato un debito complessivo di 60 milioni di euro mentre nel 2012 il 77 per cento dei calciatori professionisti sull’isola lamentava un ritardo nel pagamento degli stipendi. Una situazione secondo Federbet ideale per il proliferare del calcioscommesse e smentita con forza dalla Federazione cipriota che parla di voci destituite di fondamento.
CIPRO E LE AUTOBOMBE A CASA DEGLI ARBITRI
La situazione ha assunto contorni di rilevanza penale come dimostrato dalla serie di attentati dinamitardi ai danni di alcuni tra i principali arbitri impegnati nel campionato locale. Dal 2014 ad oggi sono state documentate sei autobombe esplose sotto casa di vari arbitri. Una di queste ha devastato lo stabile che ospita l’associazione locale dei direttori di gara. Una sfida da parte dei protagonisti del calcioscommesse contro gli arbitri che in tutta risposta alla sospensione dei principali campionati per un fine settimana. Del resto tra i direttori di gara oggetto di intimidazioni c’erano anche nomi illustri come quello di Leontios Trattos, il principale arbitro di Cipro, che si vide bruciare l’auto all’interno del garage della propria abitazione a Nicosia.
CIPRO E LE RIVELAZIONI DELL’ARBITRO MARIOS PANAYI
Le cose cambiarono improvvisamente nel dicembre 2014 quando Marios Panayi, vicepresidente dell’associazione arbitri cipriota, convocò una conferenza stampa in cui raccontò, di fatto, di come il calcio cipriota fosse marcio fino al midollo tra partite aggiustate, rigori assegnati, falli non dati, interventi precisi da parte dei direttori di gara in grado di condizionare una partita attraverso un semplice cartellino. Secondo Panayi, ripreso dal Guardian, a capo della spirale corruttiva non c’era altro che la Federazione calcistica cipriota.
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LE DENUNCE E I COMMENTI
Una bomba. Letteralmente. Panayi dopo le sue rivelazioni rafforzate da telefonate registrate fu costretto a lasciare Cipro e dal 2014 vive a Londra, tuttavia la sua battaglia è sostenuta da una persona importante come Nikos Kartakoullis, a capo della Cyprus Sport Organization, la principale associazione sportiva del Paese. «Ha fatto qualcosa di coraggioso -ha dichiarato Kartakoullis riferendosi a Panayi- la corruzione è insita nella sfera sociale e politica di Cipro, non riguarda solo il gioco del calcio. Per molti il pallone è stato l’unico modo per riprendersi dopo l’invasione turca del 1974 e ricordo ancora quando da giovane segnai un gol in una partita organizzata in un campo. Il mio entusiasmo venne subito smorzato da chi mi fece notare che la partita era truccata e che non c’era motivo per festeggiare».
A CIPRO PULITO SOLO IL 10 PER CENTO DEGLI ARBITRI?
A Cipro, secondo la denuncia di Panayi, solo il 10 per cento dei 300 arbitri è “pulito”. Coloro che si sono distinti dal punto di vista delle scommesse diventano poi arbitri europei con un guadagno triplo rispetto ai loro omologhi ciprioti. La situazione è ancora peggiore almeno a sentire le parole di Spyros Neofitides, presidente della Pancyprian Footballers Association, l’assocalciatori cipriota: «La crisi finanziaria ha creato gravi problemi a tutto il settore. Abbiamo 350 calciatori nella prima lega e 280 nella seconda. Molte squadre si sono trovate obbligate a vendere le partite per pagare gli stipendi». Il sindacato distribuì inoltre un questionario ai suoi associati in cui emerse come il 67 per cento dei calciatori di prima divisione ed il 71 per cento di quelli di seconda sapessero della compravendita di partite.
LA REAZIONE DELLA FEDERAZIONE ED IL DEFERIMENTO DEL CAPO DEL SINDACATO
Il 23 per cento di loro ha poi aggiunto che a proporre la compravendita sono stati o emissari dei club o gli stessi proprietari, gli unici autorizzati ad accedere agli spogliatoi tra primo e secondo tempo. Anthoulis Mylonas, direttore generale della Federcalcio cipriota, ha prontamente smentito ogni accusa sottolineando come dopo mesi di indagini gli investigatori non abbiano provveduto né a sequestrare hard disk né a prendere provvedimenti contro qualsiasi tesserato. Eppure come riporta il Cyprus Mail la Federcalcio cipriota, CFA, ha deciso di deferire Spyros Neofitides per le sue dichiarazioni rilasciate al Guardian che avrebbero leso il calcio di Cipro. L’uomo, indicato non come al vertice del sindacato ma come preparatore dei portieri del Nea Salamina, dal canto suo ha confermato il provvedimento aggiungendo di essere stanco per la situazione sull’isola mentre la Federazione respinge al mittente ogni accusa legata ad un presunto affare di calcioscommesse. (Photocredit copertina Pixabay)


