Silvio Berlusconi, tanti auguri. Anzi. Perché essere così formali? Silvio, auguri per i tuoi 80 anni. E scusa. Scusa per il male che ti abbiamo fatto. L’Italia non ha capito il tuo ruolo da novello Benjamin Malaussène e ti ha accusato di tutto. Ti ha detto che sei stato al Governo facendoti i fatti tuoi. Ti ha urlato per le strade “buffone fatti processare”, ti ha visto soccombere con un voto alla Camera in quel novembre 2011, quei 308 voti che oggi dopo cinque anni sono una vergogna per il Paese quando allora ti accolsero al Quirinale con lo champagne per il tuo addio. Non lo meritavi, Silvio.
TUTTE LE ACCUSE PEGGIORI
Quando abbiamo scoperto quel Sergio Bruschi, imprenditore che diventa Presidente del Consiglio protagonista di un romanzo scritto da Luigi Bisgnani i maligni hanno pensato che quel SB potessi essere tu, Silvio Berlusconi. Ti hanno indicato come fautore della legge Mammì, ti hanno accusato di non aver voluto mandare sul satellite Rete 4, non parliamo poi del digitale terrestre. Per anni si è parlato di leggi ad personam, di compravendita di senatori, di Mangano, di Banca Rasini, di Mafia, di 61 a 0 in Sicilia, di Milan, di diritti televisivi, di Telepiù. Telepiù. L’unica tv con cui non hai neanche fatto soldi, Silvio Berlusconi.
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LE RISATE IN EUROPA E IL SOGNO DELLA LIBERAZIONE
Ti hanno indicato come protagonista di un ventennio quando hai governato effettivamente dieci anni e 2 mesi dal 1994 al 2011. Ti hanno deriso quando ti hanno visto ormai fiaccato dall’età gridare “hip hip urrà” insieme a Alessio Cerci, ti hanno detto di tutto, ti hanno accusato di tutto, si sono schierati contro di te in ogni maniera, hanno spalleggiato Nicholas Sarkozy, uno che poi alla fine è come te, ridendo insieme a lui come degli sgherri di te. Di te! E pensa un po’, dicevano che con la tua partenza tutto sarebbe andato per il meglio. Lo spread sarebbe crollato. La disoccupazione sarebbe scesa. Il rispetto dell’Italia sarebbe cresciuto.
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E OGGI?
Invece? Guardali. Si parla di Ponte sullo Stretto per cercare consensi. Tu l’avevi pensato nel 2005 nel pieno del tuo potere. Chi ti rideva dietro allora? Oggi per spirito di aderenza al partito non nega, abbozza, a momenti dice si. Le risate in Europa. Hai visto Juncker che ci ha sgridato? Avete avuto 19 miliardi di euro di flessibilità. E Ventotene, patria dell’Europa Socialista trasformata in uno spot pro austerità con conseguente cacciata di Matteo Renzi? Che poi lui cosa dice di diverso dal tuo: “non capisco dove sia la crisi, i ristoranti sono sempre pieni, gli aerei non si possono prenotare”?
IL POST SILVIO BERLUSCONI, TUTTO DA RACCONTARE
Quando il tuo Governo ha detto si al Porcellum si gridò al colpo di stato. Hai visto l’Italicum? Dai che forse il 4 ottobre la sistemiamo sta cosa. E la devolution? Al confronto del Ddl Boschi sembra la Costituzione firmata da John Hancock. La disoccupazione? Silvio, l’Istat considera occupati chi lavora coi voucher! Un’ora a settimana! E dove sta ora il Silvio Berlusconi da offendere? E ti dirò di più. Qual è stato l’ultimo anno in cui l’Italia era in crescita? Te lo dico io, il 2007. Chi c’era al governo? Tu.
TU, IL CAPRO ESPIATORIO DELLA POLITICA ITALIANA
Silvio Berlusconi. Chissà se sai chi era Benjamin Malaussène. La sua professione era quella del capro espiatorio. Qualsiasi cosa succedeva sia all’ipermercato dove lavorava sia alla casa editrice dove fu successivamente impiegato, se qualcosa non funzionava era colpa sua. E tu sei sempre stato così. Ora non abbiamo un Silvio Berlusconi da insultare dopo che Bruxelles ci sgrida. Non abbiamo un Silvio Berlusconi da accusare per i dati sul lavoro. Figuriamoci se abbiamo uno come te per scaricare le colpe della disoccupazione. No. Anzi. Quelli che dovevano fare meglio di te sono riusciti nell’impresa di essere addirittura peggiori.
Per questo, per i tuoi 80 anni, gli italiani dovrebbero regalarti le loro scuse. Perché tu sei stato rassicurante. Da solo hai rappresentato i pregi e i difetti del Paese. E ora che il re è nudo è impossibile non accorgersene. Auguri, Silvio Berlusconi.
