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La Juventus può esporre allo Stadium gli scudetti revocati per Calciopoli?

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Juventus, torna la polemica degli scudetti revocati durante Calciopoli ma esposti lo stesso allo “Stadium“. Le ultime notizie parlano di qualcuno che al termine della sfida contro il Milan ha scritto la parola “Ladri” sui simboli dei campionati 2004/2005 e 2005/2006. Si tratta dei campionati “cancellati” da Calciopoli ma che la società rivendica ancora come propri. Il Milan ha scelto di non commentare mentre si attendono le decisioni del Giudice Sportivo. Ma una domanda sorge spontanea. La Juventus può esporre scudetti revocati e quindi non più suoi?

JUVENTUS, SANZIONE PER CHI ESPONE SCUDETTI REVOCATI?

Se lo è chiesto il giornalista Maurizio Pistocchi che da un lato ha chiesto una punizione per il Milan ma dall’altro ha espresso dubbi circa la presenza di quei simboli: “Il Milan deve essere sanzionato per i danni negli spogliatoi dello Stadium, ma una sanzione per chi espone scudetti revocati no? Art.1 bis CGS“. CGS, letteralmente “Codice di Giustizia Sportiva”. Parliamo del libro mastro del calcio italiano, il regolamento che deve essere rispettato da ogni squadra e ogni tesserato. L’articolo 1 bis recita, nella parte relativa a questo caso:

Le società, i dirigenti, gli atleti, i tecnici, gli ufficiali di gara e ogni altro soggetto che svolge attività di carattere agonistico, tecnico, organizzativo, decisionale o comunque rilevante per l’ordinamento federale, sono tenuti all’osservanza delle norme e degli atti federali e devono comportarsi secondo i principi di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva.

Osservanza degli atti federali. La Corte d’Appello della FIGC il 14 luglio 2006 stabilì per la Juventus la

retrocessione all’ultimo posto in classifica del campionato 2005/2006; penalizzazione di punti trenta in classifica nella stagione sportiva 2006/2007; revoca dell’assegnazione del titolo di campione d’Italia 2004/2005; non assegnazione del titolo di campione d’Italia 2005/2006; ammenda di € 80.000

Quindi teoricamente non avrebbe titolo ad attribuirsi quegli scudetti perché, tecnicamente, non li ha vinti. Almeno dal punto di vista della Giustizia Sportiva.

JUVENTUS, SCUDETTI REVOCATI E LA TERZA STELLA COSTATA 2 MILIONI DI EURO

Eppure. Eppure è accaduto già in passato che la dirigenza della Juventus abbia rivendicato quei due scudetti anche se non ne aveva titolo. Nel 2014 il club dovette pagare alla Nike, suo ex fornitore tecnico, 2.050.000 euro. L’azienda dello “Swoosh” si rifiutò di realizzare la maglia con tre stelle in occasione della vittoria dello scudetto numero 28 della Juventus, trentesimo per la società. Allora il club ha fatto da solo applicandola senza il benestare dello sponsor tecnico. La Nike si oppose, la FIGC negò l’autorizzazione e la Juventus decise di fare di testa sua vendendo maglie non ufficiali con la terza stella realizzate da un’altra azienda oltre la Nike. La multinazionale americana si rivolse al TAS di Ginevra chiedendo un risarcimento di 80 milioni di euro. Ne ebbe 2,05 a titolo di restituzione dei danni.

JUVENTUS, SCUDETTI REVOCATI E LA SCELTA DI ASPETTARE I 30 TITOLI UFFICIALI

Per quanto riguarda le stelle, in Italia non esiste una normativa precisa. L’articolo 10 del regolamento sulle divise da gioco prevede che le maglie debbano avere un’approvazione preventiva da parte della Lega. Dal canto suo la Serie A disciplina la materia, ovvero una stella d’oro per 10 scudetti, ma allo stesso tempo non offre appigli normativi. E se pensiamo che nel 2012, anno del ventottesimo scudetto, trentesimo per il club, Sepp Blatter si congratulò per la vittoria del tricolore numero 28, si capisce quando la decisione della Corte d’Appello federale della FIGC fosse ormai conclamata anche per la FIFA. Nelle stagioni 2012-2013, 2013-2014, 2014-2015 la Juventus ha scelto di non mostrare stelle salvo riproporle al momento dei 30 scudetti per la Federazione.

JUVENTUS, GLI SCUDETTI REVOCATI ALLO STADIUM, CAIRO: “SE SONO 30 CHE SENSO HA SCRIVERE 32?”

E per quanto riguarda i campionati revocati da Calciopoli ma esposti allo Juventus Stadium? Qui la cosa si fa complessa perché in fondo si tratta di un arredamento di uno spazio di proprietà del club. A livello ufficiale non c’è nulla che possa rimandare a una posizione della FIGC. Una situazione già denunciata da Urbano Cairo, presidente del Torino, che nel 2015 chiese espressamente alla Juventus di rimuovere dal suo stadio i due scudetti revocati da Calciopoli: “se è stato conclamato in vari gradi di giudizio che gli scudetti che hanno vinto sono 30 e poi ha una dirigenza che espone 32 scudetti, che tipo di esempio dai? Il giudice sportivo dovrebbe squalificare quel campo o multarli“.

JUVENTUS, SCUDETTI REVOCATI ALLO STADIUM. L’ULTIMA PAROLA SPETTA ALLA FIGC

Il riferimento all’epoca riguardava la frase scelta per celebrare il terzo scudetto consecutivo dei bianconeri: non c’è 2 senza 3, con i numeri affiancati a segnare “32”, il numero dei titoli rivendicati dal club. La frase appariva nitida all’ingresso dello Juventus Stadium e venne coperta con il logo della FIGC prima dell’amichevole Italia-Inghilterra. La Federazione spiegò che la scelta era dettata dal marketing. Continuò Cairo:

Che ti tipo di esempio dai, tu dirigente, ai tuoi tifosi, quando esponi una cosa che non è accaduta? […] per lo meno facciamo rimuovere i due scudetti in più. Anche al Toro negli anni ’20 fu revocato uno scudetto, allora cosa facciamo: metto anch’io 8 scudetti?

La Juventus quindi può rivendicare e celebrare i due scudetti revocati per Calciopoli finché la cosa non assume contorni ufficiali. Certo però sarebbe opportuno scrivere la parola “fine” una volta per sempre a una vicenda che avvelena il calcio italiano da 11 anni. Questo però può farlo solo la FIGC. Avrà intenzione di chiudere questa storia?

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Maghdi Abo Abia ci riprova su Ultimometro. Si tratta del suo esperimento nato a seguito della conclusione del suo lavoro all'interno di Giornalettismo. Punta alla qualità, non al click. Sogna nel Seo. Un dilettante che si diletta.

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