Abbiamo visto The Grand Tour. La prima recensione? Ne vale la pena. Decisamente. Se siete nostalgici di Top Gear la nuova produzione firmata Jeremy Clarkson, James May e Richard Hammond per Amazon Prime vi soddisferà. Nel modo più assoluto. Complice la presenza del produttore Andy Whitman, il format è rimasto uguale al passato, tolti alcuni accorgimenti come l’assenza dello Stig e l’addio ad alcuni tormentoni tra i più famosi come l’ “oh cock” di James May, l’uomo coi capelli come quelli di una signora anziana.
THE GRAND TOUR, LA RECENSIONE
The Grand Tour si apre con Jeremy Clarkson che abbandona una piovosa Londra con destinazione Los Angeles. La notizia dell’addio del volto storico di Top Gear accompagna la scena che si conclude con Clarkson, May e Hammond che arrivano al “Burning Van”, un Festival nel cuore del deserto della California. Il trio, accolto come rockstar dal pubblico, si presenta e racconta ciò che sarà The Grand Tour. Si, sarà Top Gear. Il programma che è mancato a milioni di appassionati in tutto il mondo e che è già fallito nella nuova conduzione di Chris Evans che ha abbandonato la trasmissione dopo sei puntate.
THE GRAND TOUR, IL CIRCUITO
The Grand Tour è come il “vecchio” Top Gear in tutti i sensi. Il trio si sfida sul circuito di Portimao, in Portogallo, a bordo di una McLaren P1, di una Ferrari LaFerrari e di una Porsche 918. Inaugura con una Bmw M2 il nuovo circuito, una pista così pericolosa da portare Jeremy Clarkson a definire Imola “un piumone”. Perché pericolosa? Colpa di una bomba inesplosa della Seconda Guerra Mondiale all’interno della S “Old Lady’s House”, chiamata così perché all’esterno della curva c’è la casa di una signora anziana. Colpa del rettilineo iniziale, una piega verso destra chiamata “Not Straight”. Colpa di un tornante a gomito chiamato “Your Name Here” in attesa di uno sponsor. Colpa del pilota chiamato a guidare le vetture, un panzone americano che rifiuta certe auto perché “comuniste”.
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THE GRAND TOUR PRIMA PUNTATA
The Grand Tour ha uno studio itinerante col pubblico a contatto con Clarkson, May e Hammond. Ha una tabella di tempi cronometrati. Ha dei superospiti, in questo caso l’ex pilota di Formula 1 e Formula E Jerome d’Ambrosio. Ha macchine, ha spettacolo, ha effetti speciali, ha riprese da urlo, ha sketch destinati a diventare virali. Ma sopratutto ha il team che nel 2002 risollevò Top Gear trasformandolo in una trasmissione vista in 212 paesi al mondo. E l’alchimia di quel team ritorna prepotente nel lavoro firmato Amazon Prime. Jeff Bezos ha tirato fuori 190 milioni di dollari per pagare 36 episodi e il risultato è indubbiamente positivo. Così positivo che l’unico network ad aver criticato il prodotto è stato la…BBC. BBC che è alle prese con l’addio di Chris Evans, con il ridimensionamento di Matt LeBlanc e con una serie di polemiche che hanno portato lo show ad essere interrotto dopo sole sei puntate, di cui l’ultima con il minor ascolto dal 2002 a oggi.
THE GRAND TOUR AMAZON ITALIA: A DICEMBRE CON LE PUNTATE DOPPIATE
The Grand Tour invece è una scommessa già vinta dalla prima puntata. Ricordiamo che il debutto è avvenuto su Amazon Prime il 18 novembre per Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Giappone. In Italia bisognerà attendere dicembre per un lancio su larga scala con tanto di doppiaggio. E vi consigliamo di seguire la nuova serie anche perché, e lo stavamo dimenticando, il viaggio sarà il tema ricorrente di The Grand Tour. La produzione si sposterà puntata per puntata da un Paese a un altro. E se il primo episodio è stato registrato in California, il secondo è stato realizzato a Johannesburg, Sudafrica. Una grande finestra nello studio mostra il mondo che accoglie il terzetto, una chicca nella chicca che rende ancora più prezioso il nuovo progetto di Amazon realizzato con Andy Whitman, Jeremy Clarkson, James May e Richard Hammond. (Photocredit copertina Facebook – The Grand Tour)


