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Richard Benson

Chiedi chi era Richard Benson

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Richard Benson sta male. Il video in cui appare sdentato e con tanto di bastone ha fatto discutere molto i suoi fans. L’artista nonché personaggio televisivo italiano racconta di essere malato, di aver poco da vivere, di essere povero, di aver bisogno di aiuto. Sua moglie nel video appello si è rivolta anche al “Presidente Berlusconi” per un aiuto, una casetta, dove poter andare a vivere. Perché la loro situazione è pessima. Un messaggio toccante che ha coinvolto numerosi fan. A Roma. Perché in fondo Richard Benson è un personaggio nell’Urbe. Nel resto d’Italia la sua fama è parecchio limitata. E sono in molti anche sui social a chiedersi: ma chi è Richard Benson? Ma perché è così famoso?

RICHARD BENSON, GLI INIZI

Richard Benson, all’anagrafe Richard Philip Henry John Benson, nato a Woking nel 1955, è un chitarrista inglese che ha trovato fortuna a Roma negli anni ’70 come musicista. Con il passare degli anni, grazie anche a programmi di musica condotti presso emittenti locali romane, ha allargato la propria fama fino a diventare un oggetto di culto da ammirare ed insultare a ogni concerto. Si, insultare. Il chitarrista ha dichiarato di essersi esibito 5.000 volte in carriera e nonostante questo si trova senza un soldo. E in ogni concerto, come si può apprezzare dai video caricati sui principali social network, è un furore di insulti, parolacce, bestemmie, oggetti lanciati sul palco. I simboli sono un pollo accolto con un grido e uno scopino del water lanciatogli dal pubblico durante un discorso.

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RICHARD BENSON, L’APPELLO: “SONO POVERO, AIUTATEMI”

Ma perché? Perché su Richard Benson da sempre aleggia un’aura di goliardia che forse nessuno in Italia è mai riuscito a catalizzare fino a questo punto. A partire dai dubbi sulla sua identità generati dal pubblico che lo apostrofa come “Riccardo Benzoni”, dubbi smentiti dal passaporto inglese dell’artista mostrato dalla moglie nel suo video-appello, è il modo con cui Benson si è approcciato al pubblico nei suoi anni di carriera ad aver attirato attenzioni di ogni tipo alla sua persona. Dopo aver debuttato come musicista nei primi anni ’70, la svolta alla sua carriera arriva grazie a Renzo Arbore che lo include nello staff della trasmissione radiofonica “Per voi giovani”. Il suo compito? Animare lo spazio “Novità a 33 giri”. Deve parlare di musica. Inizia così il percorso che segnerà la sua vita.

QUEL CAMEO CON CARLO VERDONE

Richard Benson diventerà un volto televisivo sulla rete TVA40 grazie ad una serie di trasmissioni in cui presenterà le novità discografiche dell’epoca. Parliamo di anni ’70, ’80, ’90. Le sue sono chicche ricercate. Niente prodotti da major e neanche dischi che potevano trovare spazio in programmi come “Superclassifica show”. No. Benson si preoccuperà di trovare le novità più succose nel panorama metal, jazz, blues e rock, italiano e straniero. Negli anni ’80 continuerà la sua collaborazione con Renzo Arbore venendo inserito nel gruppo di “Quelli della Notte” nel ruolo del metallaro. La sua fama lo porterà a comparire anche in un cameo nel film di Carlo Verdone “Maledetto il giorno che ti ho incontrato” in cui discute di Jimi Hendrix con lo stesso Verdone.

RICHARD BENSON, IL PERSONAGGIO

In questi anni Richard Benson si distingue per un abbigliamento eccentrico fatto di giacche di pelle, canottiere, esibizioni in pubblico a torso nudo. Immancabile la sua parrucca dai folti capelli neri così come i suoi occhiali da sole. Il “marchio di fabbrica” erano tuttavia gli insulti, le urla, gli strepiti che partivano e si chiudevano improvvisi, come dei lampi. Epici i suoi racconti di collaborazioni probabilmente mai avvenute o di vicende mai confermate come quella in cui un Marylin Manson bambino andò a seguire le sue gesta in un concerto a Vancouver. Nelle sue esibizioni talvolta venne accompagnato da Milly D’Abbraccio, aumentando così la sua fama tra il pubblico. Erano gli anni ’90. E in quel periodo fu protagonista anche di videocassette in cui insegnava ai ragazzi come suonare la chitarra.

L’INCIDENTE DEL 2001 E IL RITORNO ALLE SCENE

La svolta, in negativo, avvenne nel 2001. Richard Benson cadde dal Ponte Sisto di Roma. La dinamica non venne mai chiarita. L’artista dichiarò di essere stato vittima di un tentato omicidio mentre altri voci riferiscono che Benson abbia tentato il suicidio a causa di una forma d’artrosi diagnosticata all’epoca che gli avrebbe impedito di continuare a suonare la chitarra. La riabilitazione durò un anno. Fino al 2002, momento del ritorno alle scene, sia sui palchi romani sia in Rai. Inoltre tornò a battere il circuito delle tv locali romani con “Cocktail Micidiale”, la sua trasmissione su Televita 65 che poi venne ribattezzata “Richard Benson”. E anche qui ci fu il ritorno dell’icona Richard Benson. Racconti, aneddoti, improvvise urla e storie fomentate da pagine web goliardiche che hanno contribuito ad alimentare la fama dell’artista.

UN “BIG FISH” DELLA MUSICA ITALIANA CHE HA SEMPRE PENSATO AI GIOVANI

Negli ultimi anni ha alternato esibizioni dal vivo con apparizioni in Rai senza dimenticare i suoi spazi su Televita e All Music, ha continuato con altre produzioni televisive, ha inaugurato il canale televisivo web “Richard Benson Tv” e ed è tornato nei negozi con l’album “L’inferno dei vivi”. La sua è una storia da film. Un po’ come “Big Fish” di Tim Burton. Ha fatto più cose lui in 40 anni che famiglie intere per generazioni. Nelle sue trasmissioni televisive, tra uno strepito e un insulto, si è sempre preoccupato di passare ai ragazzi della buona musica. E la sua era davvero “buona”. Probabilmente come critico avrebbe avuto meno fama e con il passare degli anni ha contribuito a creare un personaggio che è sopravvissuto al tempo ed alle epoche. Questo ha portato alle esibizioni con insulti, botte e risposta, lanci di oggetti. Uno spettacolo nello spettacolo che appagava sia il pubblico sia l’artista.

 

 

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