La Puglia è stata una delle regine dell’Estate 2016. La regione ha attirato turisti da ogni parte d’Italia e d’Europa facendo registrare un tutto esaurito da sogno, tutto esaurito certificato dai milioni di fotografie pubblicate dai visitatori sui social network. Fotografie che ritraggono le bellezze artistiche, paesaggistiche e culturali della Puglia con uno sguardo alla cucina, alle spiagge ed al relax tipici delle vacanze estive.
PUGLIA, GLI STRANI ATTACCHI DEL POST-ESTATE
La Puglia è però in queste ore oggetto di violenti attacchi da parte di politici ed imprenditori che vorrebbero di più, che sognano numeri e giri d’affari ben superiori a quelli che la Regione è in grado di offrire al giorno d’oggi sia per scelta sia per capacità ricettive. Spesso tali attacchi nascondono la volontà di colpire le istituzioni danneggiando un’industria, quella del turismo pugliese, che tra mille difficoltà sta provando a ritagliarsi uno spazio nell’economia vacanziera italiana.
PUGLIA, RENZI E IL CONFRONTO IMPARI CON BALEARI E CANARIE
Il primo attacco alla Puglia è arrivato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi che lo scorso 10 settembre in occasione dell’inaugurazione della Fiera del Levante aveva attaccato il governatore Michele Emiliano mettendo a confronto i numeri del turismo in Puglia contro quelli delle isole Canarie: “Non basta il più della Puglia – queste le parole di Renzi riprese da Repubblica– qui siete bravi, avete 780 chilometri di costa e 13 milioni di arrivi, in Sicilia 1.429 chilometri di costa e 14 milioni di arrivi, ma le Baleari hanno 58 milioni di presenze e le Canarie 75 milioni, eppure non sono più belle di Puglia o di Sicilia. Bisogna guardare in faccia la competizione globale, non chiuderci nelle nostre piccinerie”.
LA SPAGNA E LE TASSE STUDIATE PER GLI ARCIPELAGHI
Piccinerie. Questo è il termine usato dal Presidente del Consiglio parlando del turismo in Puglia. Sempre Repubblica parla del tentativo di accentramento delle competenze in materia di turismo che diventerebbe realtà con l’eventuale approvazione della Riforma Costituzionale. Tuttavia le “piccinerie” del Presidente del Consiglio mal si scontrano con la realtà dei fatti. Matteo Renzi ha parlato di isole Baleari e isole Canarie esaltandone i numeri ma “omettendo” la realtà normativa, una realtà che impone di fatto un vantaggio incolmabile a favore dei due arcipelaghi spagnoli.
BALEARI, IVA AL CINQUE PER CENTO E REGIME AGEVOLATO
Le isole Baleari godono di un trattamento economico differenziato vista la loro realtà insulare. Con l’ingresso della Spagna nell’Unione Europea è nato il Regime Economico e Fiscale delle Baleari (REF) che prevedono incentivi fiscali tesi a finanziare la nascita e lo sviluppo di attività imprenditoriali. La Ref prevede inoltre che alcuni porti siano “porti franchi”. Le merci qui vengono stoccate, trasformate e distribuite senza oneri aggiuntivi. Le imprese che sorgono in questi porti franchi possono godere dei benefici del REF. Sulle isole Baleari, a differenza di quanto accade in Puglia, non esiste Iva ma un’imposta sostituiva del 5 per cento, la cosiddetta IGIC.
CANARIE, REGIONE ULTRAPERIFERICA
Situazione diversa invece per quanto riguarda le isole Canarie. L’arcipelago atlantico gode di una particolare politica fiscale in quanto definita “Regione Ultraperiferica”. A differenza di quanto accade in Puglia le imprese sul territorio grazie ad un particolare sistema di deduzioni possono reinvestire il dovuto allo Stato pagando in sostanza un’imposta del 4 per cento sulle attività imprenditoriali mentre l’IGIC ammonta al 7 per cento. Condizioni sicuramente vantaggiose che si riflettono anche sul traffico aereo, molto più nutrito in termini di voli e di posti offerti rispetto alle possibilità della Puglia.
PUGLIA E TASSE, UN CONFRONTO IMPIETOSO
Perché parlando del turismo nella regione Matteo Renzi dimentica di dire che la tassazione media per le imprese è del 43,5 per cento mentre i consumatori devono fare i conti con un’Iva al 22 per cento. Vista la zavorra fiscale a carico di chi opera nel settore del turismo, sarebbe il caso di rallegrarsi per quanto fatto dalla Puglia specie in un confronto con realtà più dinamiche ma sicuramente più avvantaggiate di quella nostrana.
FLAVIO BRIATORE E LA PUGLIA A MISURA DI YACHT
Poi c’è Flavio Briatore. L’imprenditore di Verzuolo, intervenuto all’incontro “Prospettive in Mezzogiorno” tenutosi a Otranto, città dove il prossimo anno inaugurerà il Twiga, ha attaccato coloro che vogliono “spendere poco” mettendo nel mirino la Puglia, una regione che offre “masserie e casette, villaggi turistici, hotel da due a tre stelle”. La soluzione? Aprirsi a coloro che spendono 10-20mila euro al giorno quando sono in vacanza”. Solo che costoro non si accontentano di cascine o musei bensì vogliono “hotel extralusso, porti per gli yacht e tanto divertimento”.
LO SCONTRO NATURA-LUSSO
Certo l’idea di vacanze in Puglia di Flavio Briatore si scontra con la realtà di una realtà che ospita 38 parchi regionali. Ci sono poi 77 aree proposte come siti di interesse comunitario, a riprova di come la Puglia si sia dedicata nel corso degli anni ad accogliere un turismo diverso da quello sognato e auspicato da imprenditori e politici, un turismo fatto di natura, cultura, relax, ambiente e che non ha nulla a che spartire né con aree a fiscalità agevolata né con yacht e turisti pronti a spendere migliaia di euro al giorno. (In copertina: Polignano a Mare. Photocredit copertina Erika Rigoni – Pixabay)



