Hotel Rigopiano, i morti sono 21. Con il passare delle ore diminuisce la speranza di trovare qualcuno in vita tra le macerie dell’ex resort. E mentre i soccorsi scavano alla ricerca degli ultimi 8 dispersi, la Procura di Pescara continua nelle indagini per capire quali siano le eventuali responsabilità per il ritardo nei soccorsi. Repubblica ha incrociato la donna che rispose al telefono alla chiamata di Quintino Marcella e che aveva confuso la valanga del Rigopiano con la slavina che colpì una stalla. La donna al momento non è indagata.
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HOTEL RIGOPIANO: LA DONNA DELLA TELEFONATA IN PREFETTURA: “CI SARANNO MODI E TEMPI PER CHIARIRE TUTTO”
La donna è stata convocata dalla Questura di Pescara come persona informata sui fatti e nei 200 metri del tragitto, spiega Fabio Tonacci, ha dovuto affrontare le domande dei cronisti: “Sì, sono io quella della telefonata…”. La donna ha aggiunto:
“Ci saranno modi e tempi per chiarire tutto. L’importante è avere la coscienza a posto, e io ce l’ho. Tutto il resto, le polemiche di questi giorni, non m’interessa”
Perché anche lei, a suo modo, si ritiene vittima delle circostanze e dell’emergenza:
“Mercoledì ero appena rientrata in ufficio da una malattia. Prima è scoppiata l’emergenza neve, poi quella del sisma. C’era bisogno di gente nell’unità di crisi e ho dato la mia disponibilità. Il mio compito era rispondere alle chiamate dall’esterno”.
Alla domanda sulla possibilità che il direttore del Rigopiano avesse detto che era tutto a posto e che avessero confuso la slavina con una stalla la donna risponde risoluta:
“Non devo dare spiegazioni a lei… Nella sala operativa eravamo in tanti, non c’ero solo io”.
mentre agli investigatori, sempre secondo Repubblica, avrebbe detto:
Agli investigatori, più tardi, spiegherà: “La storia della stalla me l’ha ricordata, mentre ero al telefono, qualcuno più alto in grado che era con me”



