Secondo sulla lista dei bookmakers dietro al giapponese Haruki Murakami, il poeta siriano-libanese Adonis è da anni tra i favoriti per il premio assegnato ogni anno dall’Accademia Svedese all’autore che “nel campo della letteratura mondiale si sia maggiormente distinto per le sue opere in una direzione ideale”. Ecco perché quest’anno il prestigioso riconoscimento potrebbe arrivare davvero, con buona pace di Philip Roth.
UNO SCRITTORE ARABO NON VINCE IL NOBEL DAL 1988
Il primo – e l’ultimo vincitore proveniente dal mondo arabo è stato l’egiziano Nagib Mahfuz, autore di romanzi molto amati come “Vicolo del mortaio”, che lo hanno reso una vera e propria leggenda in tutta la fascia che va dal Nord Africa al Medio Oriente. Lo stesso Mahfuz, nel discorso di ringraziamento pronunciato in occasione della consegna del Nobel, si è augurato che il suo non rimanesse un caso isolato. “Parlo in una lingua sconosciuta a molti di voi. Ma essa è la vera vincitrice del premio” ha spiegato “E le sue melodie galleggeranno per la prima volta nella vostra oasi di cultura e civiltà. Spero che non sia l’ultima”. La poesia, inoltre, è un genere letterario molto importante nel mondo arabo e Adonis è forse il più importante poeta in lingua araba vivente.
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ADONIS HA REINVENTATO LA LINGUA POETICA ATTRAVERSO LA SPERIMENTAZIONE
Appassionato lettore di Mallarmé e René Char, Adonis con la sua poesia ha eretto ponti tra Oriente e Occidente, tra la tradizione araba e le influenze classiche, quella della poesia greca in particolare, passando per la lirica francese sperimentale. Secondo Tahar Ben Jelloun, che ha sostenuto la sua candidatura nel 2013 sulle colonne del settimanale francese Le Point, il poeta siriano ha dato alla poesia araba “Una nuova scrittura, fatta di rottura e di rigore, d’invenzione e di bellezza, in una lingua ricca e complessa”. Sono soltanto due, infine, i poeti che hanno vinto il Nobel per la letteratura negli ultimi vent’anni: si tratta della polacca Wislawa Szymborska (nel 1996) e dello svedese Tomas Tranströmer (nel 2011).
ADONIS È SIRIANO ED È STATO PERSEGUITATO PER LE SUE IDEE POLITICHE
Le posizioni di Adonis sono spesso controverse. Oltre a lottare contro il fanatismo religioso che cerca di imbavagliare poeti e intellettuali e a rivendicare con coraggio una visione laica del mondo, ha espresso opinioni coraggiose sull’attualità, per esempio negando che la cosiddetta rivoluzione siriana fosse una vera rivoluzione e affermando che le primavere arabe del 2011 avessero perso il loro slancio nel momento stesso in cui i movimenti religiosi se ne sono impadroniti, snaturandole. In esilio da molti anni, Adonis condivide con un altro dei favoriti per l’assegnazione del Nobel, il keniota Ngugi Wa Thiong’o, il fatto di essere stato imprigionato per le sue idee, un elemento che potrebbe pesare in suo favore. L’eventuale decisione di premiare un poeta siriano, infine, potrebbe essere vista come un invito al dialogo e alla distensione da parte dell’Accademia, che mostrerebbe anche di saper vedere la ricchezza e la profondità della cultura araba e la sua capacità di resistere alla barbarie.
(Photocredit copertina Mariusz Kubik – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22000791)



